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Otoplastica Milano – Dr. Corrado Andorno

Otoplastica Milano - Dr. Corrado Andorno

Specialista in chirurgia plastica Otoplastica a 360°

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OTOPLASTICA MILANO

Dott. Corrado Andorno

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OTOPLASTICA MILANO

OTOPLASTICA MILANO:  COME CONFRONTARE E SCEGLIERE IL CHIRURGO PLASTICO

Il grande merito di internet è quello di poter reperire con pochi clic qualsiasi informazione desideriamo, sugli argomenti più diversi.

In alcuni settori si è passati da un’epoca in cui non era facile trovare informazioni a un’altra in cui le informazioni sono così tante e a volte così contrastanti, che l’utente che deve fare una scelta, resta disorientato e confuso.

Qui di seguito ecco i punti su cui focalizzare l’attenzione per confrontare e valutare i diversi chirurghi per la chirurgia estetica orecchie ed essere sicuri di scegliere il miglior chirurgo otoplastica Milano (Italia).

FOTO PRIMA E DOPO

Le foto prima e dopo sono senza dubbio l’elemento in assoluto più importante su cui mettere a confronto i vari chirurghi, per valutare la loro esperienza e la loro precisione  e essere pertanto sicuri di scegliere il miglior chirurgo di otoplastica Milano (Italia).

FOTO PRIMA E DOPO  – AMPIEZZA DELLA CASISTICA

Il primo aspetto sicuramente importante su cui fare la selezione, è l ’ampiezza della casistica. Questa ci mostra quali anomalie morfologiche e difetti delle orecchie il chirurgo sotto osservazione ha concretamente trattato e quindi è in grado di trattare.

Ci da inoltre idea della frequenza con cui effettua questi interventi e quindi della sua esperienza. Otoplastica Milano

FOTO PRIMA E DOPO  – QUALITA’ DEI RISULTATI

Il secondo aspetto su cui fare la selezione, ancora più importante del precedente è la qualità dei risultati. Questa ci informa in maniera inequivocabile sulla precisione con cui il chirurgo lavora.

Va premesso intanto che le orecchie di fronte non devono scomparire ( a parte i desideri di determinati pazienti).

Come osservare le foto prima e dopo per valutare la qualità dei risultati. Otoplastica Milano

Osservazione del singolo orecchio

nel singolo orecchio occorre osservare se sono rientrate in maniera equilibrata sia la parte alta, sia la parte centrale, sia il lobo (quando occorre). Oppure se vi è ancora qualcosa che sporge rispetto agli altri settori.

Il paziente giustamente non si accontenta di un risultato mediocre, cioè di un orecchio che tutto sommato non è a sventola come prima, ma del quale sporge in fuori ancora una porzione,  per esempio la parte alta.

Anche perché questa evenienza, ricorda ancora un po’ il problema e  non soddisfa pienamente il paziente, che aveva in mente una correzione completa ed equilibrata. Otoplastica Milano

Osservazione delle due orecchie

In caso di orecchie a sventola, le foto però più importanti che il chirurgo ci deve mostrare e che ci permettono di valutare la precisione con cui lavora, sono quelle in cui vediamo tutte e due le orecchie soprattutto in visione frontale.

Questo sia in caso di otoplastica blaterale, sia in caso di otoplastica monolaterale.

In caso di otoplastica bilaterale la visione delle due orecchie di fronte ci permette di confrontarle e di verificare se sono state corrette bene tutte e due e se la correzione è stata simmetrica.

In caso di otoplastica monolaterale ci permette di verificare se l’intervento ha reso la sporgenza dell’orecchio operato uguale a quello contro laterale non operato.

FASCIA

Un fattore da prendere in considerazione, per avere indizi di come lavora il chirurgo, è il tempo per il quale viene detto/chiesto di portare la fascia. Io faccio portare la fascia solamente per le prime  48 ore postoperatorie.

L’unico modo per evitare recidive è vincere completamente la resistenza elastica della cartilagine, così che durante l’intervento, alla fine del modellamento ottenuto, l’orecchio sta nella posizione e forma voluta quasi senza punti.

Questa è la prova che è stata vinta completamente la resistenza elastica della cartilagine Viene comunque dato un punto interno riassorbibile per fissare il modellamento per tutto il tempo necessario per la cicatrizzazione.

Per questo motivo l’orecchio alla fine dell’intervento non ha bisogno di nessuna fasciatura per rimanere in posizione.

La fasciatura che applico per le prime 48 ore, ha infatti il solo scopo di contenere il gonfiore che tende a verificarsi nelle prime ore postoperatorie.

Dopo 48 ore non serve più nessuna ulteriore fasciatura, perché l’orecchio a questo punto non gonfia più ed è già fissato nella posizione corretta alla fine dell’intervento.

Questo grazie al fatto che in sala operatoria è stata vinta completamente la resistenza elastica della cartilagine e l’orecchio è stato modellato e fissato con tecnica adeguata.

Se non si fa così si possono avere recidive o correzioni incomplete.

Di giorno ripeto, non occorre nessuna fasciatura, per cui si può tornare alle proprie attività dopo 48 ore. Eventuali lividi o gonfiore sono nascosti dai capelli e occorre applicare solo un po’ di pomata antibiotica trasparente sui punti nascosti dietro l’orecchio).

Il tempo di applicazione della fascia, in base alla mia esperienza è quindi un ulteriore elemento di selezione del chirurgo per i motivi detti.

TECNICHE ALTERNATIVE

Sconsiglio le seguenti tecniche alternative otoplastica laser, otoplastica non chirurgica o tecnica di Kaye, ear fold per i motivi che seguono. Le consiglio quindi come ulteriore elemento nella selezione del chirurgo

Otoplastica laser

Questa tecnica viene propagandata più come strumento di marketing, facendo leva su qualcosa di più soft e all’avanguardia, cui viene associato il laser nell’immaginario collettivo.

In realtà il risultato di un’otoplastica non dipende se si usa il laser, la radiofrequenza o il bisturi, dipende solo da chi effettua l’intervento. Così come l’esito di un colpo nel tennis, non dipende dalla racchetta che si usa, ma dal braccio (dal giocatore).

La cicatrice nell’otoplastica è praticamente sempre invisibile, a parte rari individui con tendenza a keloidi o cicatrici ipertrofiche, nei quali l’utilizzo del laser potrebbe favorire questa tendenza (essendo comunque una microustione).

L’utilizzo del laser nell’asportazione della cute retro auricolare, permette il risparmio di qualche minuto nell’intervento, in quanto determina una simultanea coagulazione di tutti i vasellini attraverso una microustione di tutto il fondo.

Questo però oltre a poter comportare sierosità nel postoperatorio, può ritardare la guarigione e la cicatrizzazione per il fatto che questi due processi partono proprio dai capillari (che sono stati tutti chiusi dal laser attraverso una microustione di tutto il fondo).

Questi nozioni sono concetti di base elementari e  fondamentali della guarigione delle ferite (si studiano al 1° anno di specialità in chirurgia plastica).

La prova che non è il laser a garantire il risultato di un’otoplastica, ma chi la effettua, viene anche dal fatto che tra i pazienti che giungono alla nostra osservazione per recidiva del difetto, diversi riferiscono che a loro è stata praticata l’otoplastica laser.

Otoplastica non chirurgica  o tecnica di Kaye  (Kaye’s technique)

Si tratta di una tecnica veloce che però presenta diversi inconvenienti, come riscontrato in alcuni casi  che ci hanno contattato per otoplastica secondaria (otoplastiche effettuate con questa tecnica da altri operatori).

Inconvenienti e complicazioni causate da questa tecnica:

Earfold

Non abbiamo ancora operato pazienti di otoplastica secondaria trattati con questa tecnica. Non sappiamo se questo dipenda dal fatto che è effettuata da poco tempo (breve followup).

Per un migliore modellamento può essere opportuno inserire più placchette attraverso quindi più incisioni.

A parte la presenza di una o più cicatrici sulla superficie esterna del padiglione, il problema principale per cui non proporrò e non farò mai questa tecnica anche se richiesto, è che si utilizza un impianto (un corpo estraneo) oltretutto inserito sotto una cute sottile come quella dell’orecchio.

Regola generale in chirurgia plastica è utilizzare impianti meno possibile, solo se non vi sono alternative,  e nel caso si decidesse di utilizzarli, inserirli sotto tessuti di copertura di un certo spessore.

Questo perché l’impianto può dare atrofia e assottigliamento dei tessuti circostanti, fino alla sua  esposizione all’esterno, infezione, necessità di rimozione, esiti cicatriziali ecc.

La pelle dell’orecchio è già sottile (anche se si inserisce l’impianto in posizione sottopericondrale). Temo che già solo la presenza prolungata della placchetta possa assottigliare la pelle, con rischio di esposizione della placchetta, sua infezione ecc.

In pratica se prima il paziente stava attento a non mostrare le orecchie in determinate situazioni, adesso nelle stesse deve stare attento a non esporle a traumi di diverso tipo.

Il paziente quindi non si libera e dimentica definitivamente del suo problema come avviene con l’intervento classico (effettuato a regola d’arte).

Molti dei pazienti inoltre sono bambini o ragazzi. Di questi alcuni sognano da anni di correggere le orecchie e alcuni hanno messo da parte i soldi per effettuare l’intervento, in quanto i genitori erano contrari; occorre non deluderli e soddisfarli pienamente. Otoplastica Milano

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