Otoplastica nei bambini: ETA’ IN CUI EFFETTUARE L’INTERVENTO
Alcune madri mi riferiscono che on line si consiglia di effettuare l’intervento molto precocemente in età prescolare affinché non sorgano complessi.
Non sono assolutamente d’accordo con questa affermazione, per due motivi.
Preferisco aspettare i sette anni di età non solo poiché a quest’età il padiglione è completamente sviluppato, ma soprattutto poiché ora il bambino può fare una scelta consapevole.
Essendo infatti un intervento di tipo estetico (quindi di per sé non necessario) non è detto che il bambino sia interessato
Molti bambini infatti sfoggiano senza il minimo problema le orecchie a sventola incuranti degli appellativi vari e per il loro carattere forte e la loro simpatia sono apprezzati e circondati da amici.
Altri bambini invece, a causa del carattere più chiuso e introverso, subiscono gli scherni dei compagni e soffrono per questo problema che li condiziona nelle normali attività (piscina, mare ecc) con influenza negativa sula formazione del carattere.
In questi casi conviene sdrammatizzare gli appellativi riportati, ma se il bambino manifesta il desiderio di correggere le orecchie, l’intervento in questi casi è sicuramente consigliato.
Essendo in questi casi una correzione fortemente voluta dal bambino, nella mia casistica effettuo l’intervento anche nei bambini in anestesia locale.
(non ha alcun senso operare prima che il bambino avverta la necessità di effettuare la correzione, con intervento in anestesia generale…! … intervento quindi senza il suo consenso)
Otoplastica nei bambini : INTERVENTO ADEGUATO E DEFINITIVO
Nella tua ricerca on line per valutare in anticipo se l’intervento è effettuato in maniera adeguata, consiglio di focalizzare l’attenzione su questi elementi:
– tempo che occorre portare la fascia
– tempi di recupero e ritorno a scuola
– punti interni permanenti o riassorbibili?
Al fine di evitare la possibilità di recidiva occorre vincere completamente la resistenza elastica della cartilagine, al punto tale che in sala operatoria, a modellamento ottenuto, l’orecchio deve rimanere nella posizione e forma voluta quasi senza punti.
Applico comunque un punto interno riassorbibile per mantenere il modellamento per tutto il tempo necessario che avvenga la cicatrizzazione
Con l’intervento effettuato in questo modo, le orecchie alla fine dell’intervento sono già fissate nella posizione corretta e non hanno bisogno di nulla per restare in posizione. La fascia che applico alla fine dell’intervento ha infatti il solo scopo di prevenire il gonfiore che si manifesterebbe le prime ore postoperatorie.
Per questi motivi la fascia la posso togliere tranquillamente 48 ore dopo l’intervento senza riapplicare più nulla (le orecchie come detto sono già fissate in posizione alla fine dell’intervento e a 48 ore non gonfiano più).
Non dovendo più portare alcuna fasciatura il paziente, 48 ore dopo intervento, può pertanto tornare alle proprie attività.
Eventuali lividi e gonfiore sono nascosti dai capelli e occorre applicare solo un po’ di pomata antibiotica trasparente sui punti nascostiti dietro l’orecchio.
Nell’intervento di otoplastica sono assolutamente da evitare punti interni permanenti con lo scopo di mantenere il modellamento e supplire al fatto che non è stata vinta la resistenza elastica della cartilagine.
Se questa non è eliminata, prima o poi si avrà una recidiva parziale o totale, per allentamento dei punti permanenti o per il loro distacco, sotto la forza elastica della cartilagine.
Parimenti inutile è la richiesta o la raccomandazione al paziente di portare la fascia per più giorni, al fine di mantenere il modellamento e compensare il fatto che non è stata vinta completamente la resistenza elastica della cartilagine.
I punti interni permanenti possono inoltre dare fastidio ad appoggiare la testa sul cuscino o andare incontro a infezione inseguito alla loro superficializzazione, con formazione di granulomi e fasi alterne di infiammazione e secrezione, che necessitano reintervento.
Consiglio quindi come detto di focalizzare l’attenzione sugli elementi suddetti, in quanto ci dicono in anticipo se in sala operatoria verrà effettuato un intervento a regola d’arte.
Otoplastica nei bambini : OTOPLASTICA LASER, OTOPLASTICA NON CHIRURGICA , EAR FOLD
Questi topics sono più che altro utilizzati come strumenti di marketing, il primo (il laser) può essere utilizzato ma non è sufficiente a garantire l’adeguatezza dell’intervento (che dipende da chi lo effettua più che dallo strumento utilizzato), gli altri da due sono assolutamente da evitare per i motivi che seguono.
OTOPLASTICA LASER
Viene utilizzato a scopo di marketing in quanto nell’immaginario collettivo il laser è associato a qualcosa di soft, poco invasivo e all’avanguardia.
Il risultato di un’otoplastica non dipende se si utilizza il laser, il bisturi o la radifrequenza (questi sono solo degli strumenti) ma dipende da chi la effettua, esattamente come nel tennis l’esito di un colpo non dipende dalla racchetta usata ma dal braccio, (quindi dal giocatore).
Dietro il risultato perfetto di un’otoplastica, correzione completa nei tre settori dell’orecchio (parte alta, parte centrale conca, parte bassa lobo) simmetrica, naturale, definitiva, non c’è uno strumento ma un chirurgo con la sua e sperienza e passione per questo intervento, scelta della tecnica adeguata, sua corretta esecuzione, pazienza nel vincere completamente la resistenza elastica della cartilagine, cura dei dettagli ecc.
La prova che il laser non garantisce di per sé il risultato perfetto è che tra le otoplastiche secondarie che giungono alla nostra osservazione (pazienti già sottoposti ad otoplastica da altri operatori e isoddisfatti per qualche motivo) alcuni riferiscono che è stata effettuata otoplastica con laser CO2.
Da quanto detto, si capisce come convenga concentrarsi sul chirurgo più che sullo strumento.
OTOPLASTICA NON CHIRURGICA
È una tecnica certamente veloce ma la sconsiglio per i seguenti motivi.
Consiste nella semplice applicazione di punti permanenti (in modo da creare la piega dell’antelice), senza effettuare l’incisione posteriore e senza eliminare la resistenza elastica della cartilagine.
Abbiamo visto casi di otoplastica secondaria (sui quali era stata effettuata questa tecnica da altri operatori) insoddisfatti per i seguenti motivi
correzione incompleta del difetto che non soddisfaceva il paziente.
recidiva parziale o totale per allentamento o distacco dei punti permanenti
infezione dei punti permanenti in seguito alla loro superficializzazione
fastidio ad appoggiare la testa sul cuscino
EAR FOLD
Viene presentato come l’ultimo trattamento innovativo, rapido e poco invasivo per le orecchie a sventola.
Si tratta di una placchetta di metallo che inserita sotto pelle attraverso un’incisione praticata sulla superfice esterna anteriore del padiglione, posizionata e piegata su se stessa crea la piega dell’antelice quando assente o la accentua quando carente.
Per una migliore correzione può essere necessario inserire più di una placchetta, con conseguente necessità di effettuare più di una incisione sulla superficie esterna del padiglione.
Essendo una placchetta di metallo se l’orecchio viene tirato infuori resta fuori (feste di compleanno…) ma se si ripiega torna dentro. Occorre però che non si abusi (dalli dalli si spiezz…pure i …..).
A parte gli scherzi, il motivo principale per cui lo sconsiglio è che si tratta di una protesi sotto pelle sottile.
Come regola generale in chirurgia plastica le protesi vanno messe sotto tessuti di un certo spessore, .in quanto possono provocare atrofia e assottigliamento dei tessuti soprastanti, con rischio di esposizione della protesi , infezione, estrusione e necessità di rimozione
In questa sede, essendo la pelle dell’orecchio già sottile, occorre prestare attenzione ed evitare tutti quei fattori che possono favorire l’esposizione della placchetta o attraverso un assottigliamento della pelle o per via traumatica.
Occorre pertanto prolungate esposizioni solari (che possono riscaldare la placchetta), occorre evitare qualsiasi trauma a livello dell’orecchio (attività sportiva ecc.).
Ne deriva che se prima il paziente stava attento a non esporre le orecchie alla vista adesso deve stare attento a non esporle a traumi…
Se prima era condizionato per un motivo adesso è condizionato per un altro.
In sintesi è meglio che nil bambino faccia un intervento in anestesia locale a regola d’arte e dimentichi per sempre il suo problema.